18 luglio 1981

Na gran giurneda!

L'era al desdot ed loi dal mela e novceint'otantun. Per imposebil, ma in bele pasè piò ed quarant'an e l'um per ier d'là.
Poc sold, "pazzia" quanto basta, il famoso 126 rosso, la cuseina smunteda dala mostra ed Carboun, la camra da let compreda a poc presi diretameint dala fabbrica, na quelc perleina, un po' ed travet, soquant meter ed piastreli in rimaneinsa, na serie ed porcellana stile savana, ed ecco che, da un queder ed tasel ed me Peder, selta fora na camer, na cuseina, e un bagnet con perfin la docia, e na bela lavatrice… Usata!

Al dè prema, vers al qutr’or dal dop’mesdè, a sun ande a fer un selt da Scapino, na tosadeina veloce, n'a borsa con deinter al visti e al scherpi novi, soquanti lameti per la berba, un bel pieno e via vers Villotata; Me e al 126 Ros... Già, d'mateina a me spos! L'Anna la gh'eva vint an, Luciano vintitri; e la mateina dal desdot ed loi, i sin spose!

Poc pareint purtrop, a ghera da tirer in dal spesi, e a sorpresa e a proprie spese, un grup d'amig. L'era un grop ed do sort: un al gneva fora da 'Carboun', cleter al gneva fora un pò da 'CL', più un quelc amig d'infansia.
Bhè, i s'eren tolt so la mateina prest, da Nuvalera, i s'eren fat terseint kilometri de streda, per gnirm'a veder in cesa a Villotta, Me e l'Anna sposi! ... Mo che spetacol!

Al Dodo con la chitara. Al gireva mai seinsa e ghera seimper n'ocasioun per fer na canteda; l'era al noster jubox vivente, a li soneva toti!
Cana, con la solita berba ed quendes dé.
A ghe seimper sté al dobi sul nom. Cana..? Do gl'ipotesi, una riferida a la "cana dal vein", cletra, per la volumetria ed la cana, e chi ha orecchi per intendere...
Lauro al gheva ancora tot i so cavi. Cl'a volta lé, lè gnu in cesa, al’na mia fat al chierichet, ma le gnu! Ghe da dir c'lera un po' ciok, perchè a sua insaputa, e un po' a tradimento, l'era pasé a saluterom da Stellio, cal m'eva ospité a ca so per la not, e lè, al vein l'era ed col boun, e al bicer, da cal perti lè, al pol mia ster vod per più ed des second, ma gnan pin per più ed vint.
Mauro l'era col cal saieva de piò ed Me e l'Anna, anca perchè, la prima volta che sun turne ad Aviano, al m'eva acompagne con la so machina e la cosa l'è continueda anca dopo!
Riccardo, l'era col ca'tgneva a dre al branco "Carboni"; pera il faghen sant dopo cla volta lé.
Gianni l'eva lase la campagna e al besti a so Peder; la Marina invece, la Bestia anl'è muleva mai, e soquant an dopo, i sin spusee anca lor.
Paolo l'eva lase a ca' i fil d'la lus e la morosa.
Pique, cm'al solit al parleva ed formula-1.
Novelli l'eva porte la so vos, Vanni i oc ros, Ivo il sangue blu delle teunte di San Rocco, e Norberto, il fascino discreto della bassa. Na gran alegria, pochi bali e via andare.

Era il diciotto luglio del MilleNoveCentOttantUno, Sembra impossibile ma sono già passati più di quarant'anni, e mi sembra ieri.
Pochi soldi, "Pazzia" quanto basta, il famoso "126 Rosso", la cucina smontata dalla mostra di Carboni, la mitica camera da letto comprata a buon prezzo direttamente dalla fabbrica, un po' di perline, un qualche travetto, un po' di piastrelle in rimanenza, una serie di porcellana stile savana, ed ecco che, da un pezzo di solaio della casa di mio Padre, saltano fuori una camera, una cucina, un bagno con perfino la doccia, e la lavatrice (usata)!

Il giorno prima verso le quattro del pomeriggio, sono andato a fare un salto da Scapino, una tosata veloce, una borsa con dentro vestito e scarpe nuove, lamette per la barba, un bel pieno e via verso Villotta, Io e il "126 Rosso"... Già, Domani mi sposo! L'Anna Aveva vent'anni, Luciano 23; e la mattina del 18 di luglio si sono sposati.

Pochi i parenti invitati purtroppo, c'era da tirare sulle spese, ma a sorpresa, e a proprie spese, un gruppo di Amici. C'erano due gruppi, uno erano i colleghi di lavoro della Carboni, l'altro era composto da amici di "CL" e un qualche amico di infanzia. Ebbene, questi si sono messi in strada da Novellara la mattina presto, e si erano fatti trecento chilometri di strada per vederci in chiesa a Villotta Sposi! Che spettacolo!

Il Dodo con la chitarra; non girava mai senza, e c'era sempre un'occasione per fare una cantata. Era il nostro jukebox vivente, le sapeva tutte!
Cana con la solita barba quindicinale. Abbiamo sempre avuto dei dubbi sul nome. "Cana"..? Due le ipotesi più gettonate: una veniva riferita alla canna del vino, l'altra per la volumetria della "canna" e chi ha orecchi per intendere...
Lauro aveva ancora tutti i capelli. Quella volta venne in chiesa, non fece il chierichetto, ma è venuto. C'è da dire che era un po' alticcio, perché a sua insaputa, e un po' a tradimento, era passato a salutarmi da Stellio, che mi aveva ospitato a casa sua per la notte, e in quella casa il vino è di quello buono, e da quelle parti, il bicchiere non può star vuoto per più di dieci secondi, ma nemmeno pieno per più di venti.
Mauro era quello che sapeva di più di Me e Anna, La prima volta che tornai ad Aviano m'accompagnò Lui e la cosa continuò anche dopo.
Riccardo era il responsabile del gruppo Carboni; sembra che dopo quella volta l'abbiano fatto santo.
Gianni aveva lasciato campagna e bestie al Padre; la Marina, invece la "Bestia" non la mollava mai; fu così che alcuni anni dopo si sposarono pure loro.
Paolo aveva lasciato a casa i fili degli impianti elettrici e la morosa.
Pique come al solito discuteva di Formula-1, Novelli aveva portato la sua Voce, Vanni i soliti occhi arrossati, Ivo il sangue blu delle tenute di San Rocco, e Norberto, il fascino discreto della bassa.
Una grande allegria aleggiava, e poca ipocrisia.
Mauro Francia Mauro Francia

25/04/2022 3:35
Caro vecchio Amico, quale serena nostalgia che porto nel cuore!